venerdì 15 luglio 2011

Panini al farro integrale: un'introduzione all'"Irripetibilità Sperimentale"

Dimentichiamoci per un momento i principi della fisica sulla ripetibilità di un esperimento e banalizziamo un po'. Con questo post volevo mostrare a me stesso quello che già avevo capito dopo innumerevoli tentativi: "anche lasciando invariata la ricetta, e le condizioni di contorno, il prodotto finale sarà comunque unico".

Potrei addentrarmi ulteriormente nella filosofia del gusto dicendo poi che il sapore del prodotto finale dipenderà da cosa ci mangiamo assieme... forse anche dalle nostre condizioni fisiche al momento della degustazione... e chissà da quanti altri fattori.
Persino mangiando un unico pane potremmo avere sensazioni diverse ad ogni boccone. Durante i primi assaggi potremmo essere faamelici per arrivare poi ad avere una certa nausea se esageriamo con le quantità... eppure il pane non dovrebbe essere cambiato.

Da ciò deriva la mia condizione che non riuscirò mai a rigustare uno stesso sapore. Ogni volta avrò sempre qualcosa di nuovo.

Ciò non toglie che, lasciando perdere le condizioni umane al momento dell'assaggio, ogni nostra creazione sarà diversa dalle altre: unica, appunto.

Mai capitato di comprare il pane in un posto e trovarlo favoloso, tornarci il giorno dopo e rimanere poi delusi?

In precedenti esperimenti, da uno stesso impasto ricavavo due diverse forme. Cotte separatamente o contemporaneamente le due davano comunque risultati "sorprendentemente" diversi: una diversa lievitazione, una diversa doratura, un diverso gusto!

In questo caso ho voluto aumentare l'effetto scenico preparando appositamente due forme diverse.

Da uno stesso impasto ho realizzato: una sorta di panfocaccia e dei paninetti.
Inutile dire che il gussto dei due era completamente diverso così come la consistenza e il loro grado di conservazione nel tempo.




A mio insindacabile giudizio i panini sono risultati superiori come:
  • presentazione,
  • gusto,
  • durata.

Ed eccomi per la prima volta a scrivere una ricetta. Le proporzioni, in questo caso, sono relative a un prodotto di 1,5Kg circa.

Panini al farro:
  • 430 ml di acqua,
  • 20 ml di olio extravergine d'oliva,
  • 12 g di sale,
  • 300 g di farina manitoba,
  • 430 g di farina di farro integrale,
  • 10 g di lievito di birra secco,
  • 30 g di zucchero di canna,
  • altri 100 g di farina manitoba.

Gli ingredienti sono stati posti nel cestello della macchina del pane così come nella lista (partendo dall'alto) e quindi impastando il tutto con il programma numero 11 (solo impasto) della mia moulinex.
Il programma dura 1 ora e mezza al termine della quale ho lasciato lievitare il composto ulteriormente all'interno della macchina per un'altra ora.
Ho quindi estratto il tutto e lavorato il pane su di una teglia coperta da cartaforno che avevo precedentemente infarinato per facilitar la lavorazione (sarà banale per molti ma la farina evita che l'impasto si attacchi alla cartaforno).
Ho quindi lavorato, in due diverse teglie, una sola "schiacciata", come da foto sopra e nell'altra diversi panini.
Ho coperto con un panno le due teglie e posto il tutto a lievitare per un'altra ora.
Quindi acceso il forno e portato la temperatura a 170 gradi (io preferisco cotture lente).
Ho quindi posto le tegli nel forno per circa 20 minuti (fino a che il colore non mi convinceva).

Infine ho estratto e lasciato riposare panini e "schiacciata" su di una griglia.

Ecco le foto finali.




Avete suggerimenti per come replicare una creazione ben riuscita?

Lo zen e l'arte della panificazione
Candidmente allora mi dico: se non è possibile ottenere ciò che si è già realizzato allora perchè non puntare ad ottenere un prodotto sempre migliore?
Proprio così: l'impossibile ricerca della perfezione!!!!

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